Quando parliamo di cocktail non lesiniamo nel descrivere tutti gli ingredienti che lo compongono e le sue peculiarità, ma quasi mai, come se non contasse nulla, ci soffermiamo a parlare di ghiaccio.
Lo faremo ora, data la sua importanza, immensa, rispetto alla preparazione ed al consumo di superalcolici.
Cosa sarebbe la nostra vita senza ghiaccio? Ma soprattutto come sarebbero i nostri cocktail? Di certo non buoni come quelli che consumiamo normalmente sia quando li facciamo in casa che quando con maggiore frequenza ci rechiamo in un locale.
Lo scopo principale del ghiaccio, all’interno dei nostri bicchieri, è ovviamente quello di raffreddare le bevande. Poi poco importa che sia dato sotto forma di cubo, in un blocco, o tritato. Una sola regola va ricordata e tenuta bene in mente: più è piccolo e più si scioglie in fretta.
Si tratta di un punto fermo da sfruttare a nostro favore, specialmente se non siamo dei barman esperti e ci stiamo preparando ad un aperitivo o ad una serata in casa.
Facciamo un esempio pratico. Il ghiaccio tritato o a scagliette, diluirà la bevanda in modo molto veloce. E’ quindi ottimo se aggiunto ai liquori a base di uova come il vov o in cocktail composti da una base alcolica e dal succo di frutta. Unendo al liquore il ghiaccio così composto, con una intensa shakerata sarà possibile ottenere un ottimo e fresco composto spumoso. O ancora insieme a cocktail a base di tequila: niente risulterà più buono e rinfrescante. Si tratta di piccoli trucchi del mestiere da carpire e mettere in pratica.
Un buon whiskey “on the rocks” richiederà il cubetto. Il suo lento sciogliersi si sposa infatti molto bene alla necessità di bere questo superalcolico a piccoli sorsi per meglio gustarne la corposità ed il sapore. Ed un bel bicchiere ghiacciato? Non c’è niente di meglio per gustare adeguatamente una vodka.
Gli esempi sono molteplici, ma portano tutti ad un’unica conclusione: il ghiaccio non deve mai mancare.